Fondata dai Fenici nell' VIII secolo a.C., Mothia, grazie alla sua posizione geografica, fu una delle più floride colonie dell'occidente.
Oggi domina la Laguna dello Stagnone nella quale la natura offre uno scenario incantevole, con saline e mulini a vento: un gioco di colori, con tramonti mozzafiato.
Due gli imbarcaderi da cui si può raggiungere l'isola, in pochi minuti di navigazione.Le barche fanno la spola tutto il giorno. (Attenzione! Il prezzo del collegamento marittimo NON comprende il biglietto di ingresso a Mothia),
Un tempo il collegamento alla terraferma era assicurato dalla "strada sommersa" che da Porta Nord raggiungeva la necropoli di Birgi.
La bassa marea la rende ancora visibile, ma la si può percorrere solo per brevi tratti.
L'approdo a Mothia è un tuffo nel silenzio, rotto soltanto dal frinire delle cicale e dal vento che muove gli alberi.
Cosi dovette apparire l'isola a Giuseppe Withaker quando, ad inizio del secolo, decise di acquistarla. Oggi la sua villa rossa, nello stile classico del tempo, ospita il museo che conserva migliaia di reperti: vasellame, monili, stele, gioielli, balsamari, monete, lucerne.
Ognuno narra parte della storia di Mothia, della vita e del benessere del suo popolo. La storia piu' suggestiva potrebbe raccontarla il " Giovane in tunica ", la statua in marmo ionico che campeggia nel museo e che anima il dibattito di tanti studiosi.
Se potesse ci narrerebbe di ville festose, palazzi di lusso, feste, commerci floridi, ma anche di battaglie e sanguinosi sacrifici umani.
La potenza della colonia fenicio-punica è anche documentata dai resti archeologici dell'antico insediamento, sparsi qua e là nell'isola:
Il cothon, l'antico porto che serviva al carico e scarico delle merci; il tophet, dove venivano inumati i bambini sacrificati al dio Baal Hammon; i mosaici che adornavano i pavimenti delle dimore residenziali; il santuario di Cappiddrazzu, in cui venne alla luce il "giovane in tunica"; le porte, mura, le torri.
Gli scavi hanno fatto affiorare nel tempo significativi resti di veri e propri impianti industriali destinati all'attività dei ceramisti o utilizzati per la tintura e la concia delle pelli e dei tessuti.Molti " documenti" confermerebbero la cospicua attività artistica svoltasi a Mothia, assieme a quella della ceramica, con una massiccia produzione di vasellame di terracotta.
Poco nota e' la produzione industriale, ma si pensa che essa abbia avuto un considerevole volume di affari. Oltre alla lavorazione e alla tintura dei tessuti,e' presumibile che nell'isola vi siano stati diversi tipi di produzione di "pregio" e lavorazione di metalli,argento, oro e ferro in particolare la floridità economica della colonia fenicia fu comunque legata all'attività commerciale e marinara che fece di Mothia un fulcro importante del Mediterraneo.
Ma proprio al culmine della sua potenza ,nel 397 a.C., Mothia crollò, espugnata e rasa al suolo da Dionisio il vecchio, tiranno di Siracusa.
Gli abitanti dovettero abbandonarla e rifugiarsi sulla terraferma.
Nacque cosi' Lilybeo, oggi Marsala. Di Mothia intanto, si perse anche il nome. Il resto e' storia più recente. (Fonte: Sito web del Comune di Marsala)